domenica 12 novembre 2017

Si racconta di..

Molti sono i manuali e i libri che parlano di questo tema, illustrandone i pro e i contro, difendendo l'una o l'altra parte. 
Qualsiasi rivista di giardinaggio e-o di agricoltura parla di fertilizzanti: ci sono manuali che illustrano i vari tipi ed usi, libri che li descrivono come miracoli per l'economia e l'agricoltura, altri che li interpretano, per ovvie ragioni, come nocivi, non solo per l'uomo ma per tutte le specie e l'ambiente, danneggiando in modo irreparabile il fragile ecosistema terrestre (soprattutto per quelli appunto artificiali).
Comunque sia, uno dei libri che parla di fertilizzanti è "Una seconda natura" di Michael Pollan anche se sostanzialmente incentra le sue riflessioni sui giardini. Nel quarto capitolo in particolare, parlando del compost, arriva ad affermare quanto segue:
 "<<Il terreno, ci diceva, non è una sostanza che serva a tenere in piedi le piante, in modo che queste siano poi nutrite dai fertilizzanti artificiali: chi lo tratta così, viola il ciclo naturale. Dobbiamo, invece, restituire al terreno quello che abbiamo preso.>>. La via per restituire quanto avevamo sottratto, per redimere il nostro rapporto con la natura, passava attraverso il compost. [...]. All'epoca della seconda guerra mondiale, la maggior parte degli agricoltori americani si era lasciata convincere dal fatto che, per prosperare, le colture avessero bisogno solo di regolari e abbondanti applicazioni di fertilizzanti. Al principio, le rese aumentano in modo impressionante. Il costo è però alto, giacché a poco a poco le sostanze chimiche presenti nel fertilizzante soffocano l'attività biologica e danneggiano la struttura del suolo. Alla fine rimangono pochi nutrienti organici, e le colture diventano completamente dipendenti dai fertilizzanti: il suolo è ormai poco più che un dispositivo per tenere le piante in posizione verticale mentre si rimpinzano di fertilizzante é [..]. E, tanto per peggiorare le cose, quanto più fertilizzante si usa, tanto più numerosi saranno i problemi in termini di malattie e insetti, poiché queste sostanze chimiche sembrano indebolire la resistenze delle piante. [..]Nel frattempo coloro che coltivavano orti e giardini casalinghi avevano percorso più o meno la stessa strada rovinosa, acquistando sempre più fertilizzanti chimici e poi sempre più pesticidi. [..]. In qualche modo il giardinaggio, passatempo semplice e sano per eccellenza, si era incrociato con gli aspetti peggiori della civiltà industriale."

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